Non sempre la molla che spinge a viaggiare è quella della cultura o della natura. A volte potremmo essere attratti da territori che non esistono.
Premesso che non faccio uso di stupefacenti, e che non voglio parlare dell’Isola che non c’è, preciso che il mio desiderio era quello di vedere Vigata.
Chi non conosce quella splendida cittadina siciliana che si affaccia sul mare, con le casette dei pescatori, con il faro e con le tipiche stradine sterrate di campagna?
Molta gente ne ha letto, e molti altri l’hanno vista in tv. E’ il paese del commissario Montalbano. Quel piccolo angolo di paradiso che il famoso poliziotto non ha nessuna intenzione di abbandonare, per trasferirsi a Genova dalla sua storica fidanzata Livia . . . ma questa è un’altra storia!
L’ interesse per quei luoghi non è stato automatico, ma è scaturito da un vero e proprio processo di “curiosità”.
Mentre guardavo le puntate della serie televisiva, il mio fidanzato, che conosce perfettamente quei luoghi, essendo siculo doc, commentava le locations, sottolineando come posti posizionati in zone completamente diverse, sembrassero appartenere tutti alla stessa città: Vigata.
Eh! La magia del cinema!
Da quel momento ho deciso. Voglio visitare Vigata. . . ma non esiste. Voglio visitarla lo stesso!
Così con il mio compagno, abbiamo dato inizio al nostro Montalbano tour partendo proprio dalla casa del commissario Salvo, con la terrazza che affaccia sul mare, a Marinella.
Ops. . . Marinella non esiste!
In realtà la splendida villetta si trova a Punta Secca un piccolo borgo marinaresco, frazione di Santa Croce Camerina in provincia di Ragusa, caratterizzato dalla presenza dell’antico faro bianco, costruito interamente in pietra, che si erge, per circa 40 metri, nella piazzetta centrale.
Spinta dalla curiosità sono andata alla ricerca della villa del boss mafioso don Balduccio Sinagra, ovvero il Castello di Donna Fugata. A discapito del nome, non si tratta di un vero e proprio castello, ma di una dimora nobiliare ottocentesca, appartenuta alla famiglia Aerrezzo De Spuches. L’origine del nome viene fatta risalire ad una legenda secondo la quale, la regina Bianca di Navarra, sarebbe fuggita dal castello dopo esservi stata imprigionata dal conte Bernardo Cambrera.
Intorno al castello si trova un ampio e monumentale parco di 8 ettari dove sono presenti oltre 1000 specie di piante, delle grotte artificiali ed un labirinto in pietra, sfondo di un episodio del commissario Montalbano intitolato “La pista di sabbia”.
Proseguendo nel nostro “Montalbano tour” siamo arrivati ad Ibla.
Abbiamo abbandonato per un po’ le splendide spiagge della Sicilia sudorientale, per immergerci nei centri barocchi.
Ibla è un quartiere della città di Ragusa e nel commissario Montalbano, possiamo ammirarla non solo nella sigla. Infatti, al centro del quartiere barocco, troviamo il Circolo di Conversazione, anche detto Caffè dei Cavalieri, dove il simpatico medico legale passa il suo tempo libero giocando a Poker.
Poco distante da Ragusa, più precisamente in contrada in Contrada Buttino, troviamo la così detta Grotta delle Trabacche. Si tratta di una piccola catacomba risalente al IV sec. d.C. che colpisce per due monumentali sarcofagi scavati nella roccia. In uno di questi sono ritrovati i corpi di 2 amanti morti e sepolti insiemi di cui si narra nell’episodio intitolato “Il cane di Terracotta”.
Abbandonata Ragusa, ci siamo diretti a Scicli, paese dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, che ospita il commissariato televisivo. In realtà si tratta del Comune. La stanza del sindaco, nella serie televisiva, è la stanza del Questore. A Scicli sono state ambientate alcuni episodi come “Il gatto e il cardellino”, in cui una donna viene sparata con una pistola caricata a salve, mentre si dirige verso la cattedrale di San Bartolomeo.
Da Scicli siamo riscesi verso il mare, a Pozzallo, verso quelle spiagge che nella fiction compongono la zona di Marinella dove Montalbano incontra la svedese Ingrid ne ” La forma dell’acqua”.
In questo tratto, che vede un susseguirsi di spiagge bagnate da acqua cristallina, incontriamo la Fornace Penna. Si tratta di un monumento di archeologia industriale dove si producevano laterizi e che in Montalbano, diviene la Mannara, luogo malfamato e poco raccomandabile consueta zona di ritrovo per le prostitute.
La fornace affaccia direttamente sul mare, su una scogliera tra le spiagge di Sampieri e Marina di Modica.
Aspetto una nuova fiction televisiva ambientata in Sicilia per proporvi un nuovo tour!