Giovane, viva, multiculturale…gli aggettivi per descrivere Berlino si sprecano davvero!
Negli ultimi anni infatti, la capitale tedesca è diventata una delle città dove nascono nuove mode e tendenze e richiama giovani da tutto il mondo.
Se non amate il freddo, sicuramente novembre e in generale l’inverno non è il periodo migliore per visitarla. Se vi attrezzate con sciarpe, guanti e cappello non è sicuramente impossibile girare per la città. Anche perché nel periodo di Natale Berlino si trasforma in una città dei balocchi natalizi con i mercatini sparsi in varie zone.
La città porta immancabilmente ancora i segni della storia che l’ha attraversata durante il Novecento.
Non c’è angolo di Berlino in cui non ci sia un richiamo a qualche “triste” avvenimento storico che l’ha vista protagonista. Di sicuro visitarla significa anche pensare a quello che è successo ma anche a come si è trasformata negli anni diventando una città del tutto “nuova”.
Berlino cosa vedere
La prima cosa in cui vi imbatterete, se arrivate dall’aeroporto in treno e alloggiate in un hotel centrale, è la famosa Alexanderplatz sovrastata dall’imponente Torre della Televisione. Una torre alta 368 metri che diventerà il vostro punto di riferimento mentre girovagate per la città.
E’ possibile anche salire fino in vetta con l’ascensore per godere di un panorama mozzafiato.
Sempre in Alexanderplatz si trova il famoso Urania Weltzeituhr, l’orologio universale di Berlino con 24 angoli e facce ognuna delle quali corrisponde ad uno dei 24 fusi orari della Terra.
Altro simbolo di Berlino è certamente la Porta di Brandeburgo, simbolo di pace e nella memoria da tutti ricordata per le scene di esultanza dopo la caduta del Muro.
Non lontano dalla Porta altro simbolo della storia tedesca: l’Holocaust – Mahnmal. 2711 stele di pietra nera, gelide e costruite come un labirinto fluttuante ricordano l’eccidio degli Ebrei.
Dall’altro lato della Porta si arriva invece fino al Reichstag, il Parlamento, distrutto in parte dopo l’incendio per mano dei nazisti nel 1933.
Nel 1999 però il Reichstag ha assunto un nuovo aspetto grazie alla cupola di vetro che svetta sull’intero edificio. L’interno è visitabile ma è consigliabile prenotare con qualche giorno di anticipo per assicurarsi l’ingresso.
Altra tappa obbligata è Potsdamer Platz, cuore della città negli anni 20, rasa a suolo dai bombardamenti e divisa in due dal Muro, oggi è il centro più moderno della città, quello in cui si concentrano gli affari e il commercio.
Ai resti del Muro si contrappongono infatti edifici ultramoderni costruiti con vetro e acciaio.
Le testimonianze del Regime nazista sono invece oggi ricostruite nella Topografia del terrore, un progetto nato nel 1987 per documentare e ricercare il sistema del terrore instaurato dai nazionalsocialisti.
Nell’area che ospitava il quartiere generale della polizia segreta tedesca – Gestapo – ma anche l’ex hotel Prinz – Albetrecht sede del del Reichsführers-SS, Heinrich Himmler, oggi sorge un museo che racconta attraverso foto e filmati l’ascesa e il declino, non solo in Germania, ma in tutta l’Europa del Nazismo.
Basta spostarsi un po’ per trovarsi invece durante gli anni della guerra fredda, con i resti del Muro e quello che simbolicamente rappresenta Checkpoint Charlie, noto posto di blocco, in funzione dal 1945 al 1990 che collegava il settore di occupazione sovietico con quello statunitense.
Oggi è meta di turisti in cerca di una foto ricordo.
Quello che resta però il vero simbolo di Berlino è senza dubbio il maggior tracciato di muro visibile in posizione originale chiamato East Side Gallery. Diventato un memoriale internazionale alla libertà è lungo 1,3 chiilometri ed è interamente dipinto con graffiti di diversi artisti tutti relativi al tema della pace o comunque della caduta del muro.
Emblematici “La Trabant che sfonda il muro” sulla cui targa è riportata la data 9-11-1989 e “Il bacio tra Leonid Il’ič Brežnev ed Erich Honecker” dove campeggia la scritta: “Signore! Aiutami a sopravvivere a questo amore letale”.
Ma la storia a Berlino si respira anche nei suoi musei.
E visto che uno solo non bastava c’è un’intera Isola dei Musei che prende il nome proprio dalle varie strutture che si trovano in questa area.
Se avete poco tempo occorre fare una selezione.
La mia scelta è ricaduta sul Pergamonmuseum e una capatina veloce al Museo Egizio dove si trova il famoso, e aggiungerei meraviglioso busto di Nefertiti. Il Museo prende il nome proprio dall’antica città ellenistica di Pergamo da cui provengono la maggior parte delle opere.
Non si tratta di tratta di una semplice esposizione ma della ricostruzione di veri e proprio pezzi di città.
L’opera più famosa è sicuramente l’altare di Pergamo, ma anche la porta di Ishtar non è sicuramente da meno per bellezza ed imponenza.
Il blu e l’oro risplendono in tutta la stanza e la sensazione è proprio quella di trovarsi nell’antica Babilonia. Nella stessa struttura infatti ci sono altre due sezioni dedicate all’Asia Anteriore e all’Arte islamica.
Qui è è possibile ammirare la ricostruzione della camera di un mercante siriano della città di Aleppo nel XVII secolo. Tra tappeti, vasi e ornamenti sarà difficile riuscire a staccarvi dal vetro!